Dipartimento di Architettura e Progetto DiAP
Responsabile scientifico PIERO OSTILIO ROSSI
PRIN Progetto di Rilevante Interesse Nazionale
Coordinatore nazionale prof. Renato Bocchi
responsabile UdR Roma Sapienza prof. PIERO OSTILIO ROSSI
Ricerca PRIN - 2013/2015
- partecipazione alla ricerca
- coordinamento tecnico
- preparazione dei seminari
- campagne fotografiche
- redazione degli elaborati
Nel nostro Paese il bisogno di controllo del paesaggio appare un’aspirazione sociale diffusa ma imprecisa e vaga nei suoi contorni; la contraddizione tra la nostalgia verso un passato indefinito nella sua collocazione temporale ma felice nella sua condizione di equilibrio e la convinzione che la società contemporanea sia fatalmente depositaria di un sistema di disvalori che non possono che corrompere e degradare il paesaggio, implode sempre più in una condizione di impotenza che consegna il paesaggio stesso o alla sfera delle cose che vanno in qualche modo “musealizzate” o all’ambito di ciò che è ormai definitivamente compromesso e sul quale non è più possibile agire.
Tra queste due posizioni estreme si estende uno spazio intermedio di ricerca e di proposta nel quale l’Unità di Ricerca della Sapienza intende collocare la sua ipotesi di lavoro che si riassume nell’idea di saggiare la possibilità di attuare processi di qualificazione del paesaggio di tessuti urbani e insediativi di formazione recente e spesso abusiva, caratterizzati dalla presenza di attività che per loro intrinseca natura introducono elementi di forte deterioramento fino a costruire veri e propri “paesaggi-scoria”.
I paesaggi e le figure dello scarto – i drosscapes di Alan Berger – intesi come spazi interstiziali costituiti da zone di stoccaggio delle merci, grandi aree di parcheggio, discariche, cave ormai esaurite, depositi di veicoli fuori uso, rivendite a cielo aperto di materiali edili - infestano infatti i paesaggi metropolitani. Pur necessarie alla vita della città e alla sua economia, queste attività costituiscono un fattore di degrado, determinano un importante detrattore della percezione dei paesaggi e provocano guasti alla salute dell’ambiente. Per loro natura, essi sono distribuiti in modo frammentario e sono sorti al di fuori di ogni strategia urbana obbedendo a ragioni di razionalità minima, senza un piano che ne definisca ubicazione, consistenza e dimensione, che ne massimizzi l'efficienza e ne minimizzi l'impatto ambientale e paesaggistico.
In questi processi di qualificazione, le tematiche del re-cycle vengono assunte dall’UdR come linee strategiche di intervento in considerazione del fatto che le condizioni generali della società impongono ormai di operare per reimpiegare i materiali di scarto, per ri-costruire più che per costruire, per ri-naturalizzare piuttosto che per urbanizzare, per definire, insomma, una concreta risposta della cultura visiva e progettuale al tema pressante della sostenibilità. La tematica dell’«As found» (un termine coniato da Alison e Peter Smithson a metà degli anni Cinquanta) fa da cornice e da sfondo a questo progetto. «As found» è la capacità di guardare diversamente e dare nuovo significato a ciò che è ordinario, che attiene alla vita così com’è; è la capacità di progettare raccogliendo tracce e indizi, recuperando segni e significati che appartengono al quotidiano e al sentire comune: è insomma la base teorica di un atteggiamento dialettico tra strumenti disciplinari e realtà che ben si adegua alla dimensione progettuale del paesaggio e alla tematica del re-cycle.
Per le caratteristiche del suo tumultuoso sviluppo, il territorio della Coda della Cometa ha prodotto una quantità rilevante di paesaggi-scoria: veri e propri sottoprodotti dello sprawl e di un’urbanizzazione troppo rapida, luoghi di concentrazione degli scarti di produzione o di produzione di scarti, aree sospese in una condizione di abbandono. L’Unità di Ricerca si propone di effettuare una capillare ricognizione, documentazione e censimento di questo genere di siti e di sviluppare riflessioni teoriche e operative per redigere le linee guida per la redazione di masterplan, di action plan e di progetti pilota volti a concentrare queste attività in aree idonee, appositamente attrezzate e di riconvertire le aree liberate nelle destinazioni più convenienti, per restituire qualità e valore ai territori e ai paesaggi coinvolti, potenziarne l’identità e promuoverne lo sviluppo.
IL GRUPPO DEL DiAP
Piero Ostilio ROSSI, coordinatore e responsabile scientifico
Roberto SECCHI
Lucina CARAVAGGI
Orazio CARPENZANO
Paola Veronica DELL'AIRA
Fabio DI CARLO
Andrea BRUSCHI
Andrea GRIMALDI
Paola GUARINI
Alessandra CAPANNA
Dina NENCINI
Maurizio ALECCI
Francesca Romana CASTELLI
Maria Clara GHIA
Lina MALFONA
Giambattista REALE
Gianpaola SPIRITO
dottorandi e collaboratori
Federica Amore
Fabio Balducci
Alessandro Brunelli
Livio Carriero
Giovanni Rocco Cellini
Damiano Cerrone
Andrea Corsi
Enrica Corvino
Martina Dedda
Lelio Di Loreto
Roberto Filippetti
Elnaz Ghazi
Armando Iacovantuono
Anna Lei
Lina Malfona
Saverio Massaro
Elisa Morselli
Caterina Padoa Schioppa
Lucio Pettine
Teodora Maria Matilda Piccino
Pietro Zampetti