|
|
|
Visioni
dalla Coda della
Cometa |
|
|
ROMA. PROGETTI
SPERIMENTALI DI
NUOVI PAESAGGI
NELLA "CODA
DELLA COMETA"
TRA IL GRANDE
RACCORDO ANULARE
E IL MARE |
|
La nuova sfida della modernità consiste nel coniugare progetto ed ecologia.
Non si tratta più, infatti, di assumere un sistema di vincoli dedotti dal quadro ecologico
specifico di un territorio come sfondo della progettazione, ma di pensare insieme
reti infrastrutturali e reti ambientali. Non si tratta di pensare ancora gli spazi urbani
contrapposti agli spazi aperti. La rete ecologica investe anche la città e lo sprawl urbano
ha prodotto il fenomeno della campagna non agricola.
Roma non sfugge a questa problematica. Il punto di vista sommariamente delineato può avere
un'applicazione particolarmente felice nel settore di territorio compreso tra la città consolidata
e il mare, lungo la direttrice disegnata dalla valle del Tevere e dalla fascia infrastrutturale che
l'accompagna, per una concomitanza di favorevoli condizioni:
- questo settore dell'area metropolitana romana è destinato a costituire il principale asse di sviluppo della città nella competizione urbana mondiale, infatti, comprende l'hub internazionale dell'aeroporto di Fiumicino, e il sistema portuale Ostia/Fiumicino/Civitavecchia, accessi a Roma dalle rotte di navigazione aerea e marina;
- è inciso da un forte fascio infrastrutturale della mobilità e da importanti infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti e il controllo dell'assetto idrologico;
- su di esso si sono insediate in un continuo crescendo funzioni di scala metropolitana;
- è un territorio largamente pervaso dal fenomeno dello sprawl ma conserva parchi e riserve naturali, aree agricole estese e importantissime per l'equilibrio ecologico della città;
- è un territorio che, nonostante la presenza di un consistente patrimonio archeologico e storico architettonico, porta già in sé i segni della modernità. I lavori della bonifica dell'Agro Romano hanno lasciato tracce decisive nella definizione della sua struttura e della sua morfologia che le massicce urbanizzazioni degli ultimi tre decenni non sono valse a cancellare.
|
|
|
|
|